MENU

MENU
copertina mondoperaio maggio

Le prospettive del sistema bilaterale. Un sistema che funziona

7 luglio 2015 • News

Le prospettive del sistema bilaterale
Un sistema che funziona.

di Vito Panzarella
su Mondoperaio di giugno 2015

Negli ultimi anni la legge ha iniziato a promuovere il ruolo degli Enti Bilaterali, riconoscendogli compiti relativi al mercato del lavoro, alla salute e alla sicurezza sul lavoro,  alla formazione professionale, all’assistenza delle parti nella stipula dei contratti e nella disposizione dei diritti.

Ma cosa sono e come nascono gli Enti Bilaterali, qual è la loro storia e perché oggi la loro presenza sta diventando sempre più significativa per la tutela del lavoro, del lavoratore e dell’impresa?

Il modello degli Enti Bilaterali trae origine dall’esperienza delle casse mutua di  fine ‘800 con cui ha in comune la costituzione e la partecipazione congiunta di lavoratori e datori di lavoro. L’obiettivo iniziale era fornire sostegno al reddito per quei soggetti che non disponevano per legge di forme adeguate di tutela. Per questo motivo tale modello ha finito per svilupparsi maggiormente in quei settori caratterizzati da una diffusa frammentazione e distribuzione territoriale della forza lavoro, come dimostrano le esperienze ormai consolidate dell’edilizia che risalgono agli inizi del ‘900, e dell’artigianato (la Cassa Edile di Milano fu istituita nel 1919 in qualità di “Cassa per i sussidi di disoccupazione involontaria per gli operai edili“).
Negli Enti Bilaterali viene applicato il principio della pariteticità tra le parti sociali firmatarie, così da avere un pari numero di rappresentanti per la parte datoriale e per quella sindacale. Un simile modello organizzativo trova la sua forza nella necessità per tutte le parti costituenti di cooperare al buon funzionamento dell’ente, assumendosi interamente le responsabilità amministrative ed evitando, quindi, di norma una conflittualità esasperata tra le parti, “costrette” a trovare accordi senza che una parte possa prevalere sull’altra.
Tra le funzioni più rilevanti che hanno svolto gli Enti a partire dalle loro origini ci sono sicuramente quelle di assistenza e mutualità, come il contributo natalità, i sussidi per spese scolastiche, le visite mediche, le spese sanitarie, i soggiorni estivi per i figli dei lavoratori, spesso derivanti da necessità specifiche dei lavoratori in forza nella realtà territoriale dell’Ente e, quindi, parzialmente diversificate nei territori.
Peculiarità propria degli Enti Bilaterali è il loro carattere  mutualistico, in relazione alla gestione di alcuni istituti contrattuali come la formazione professionale, la salute e sicurezza sul lavoro e gli adempimenti contrattuali.
Gli enti paritetici del settore  sono costituiti a livello provinciale e/o regionale sulla base della previsione contenuta nei contratti collettivi di lavoro (CCNL) e sono:

  1. Le Casse Edili coordinate dalla CNCE (Commissione Nazionale delle Casse Edili);
  2. Le Scuole di Formazione coordinate dal FORMEDIL Nazionale, con le rispettive articolazioni regionali;
  3. I Comitati Paritetici Territoriali (CPT) coordinati dalla CNCPT (Commissione nazionale dei Comitati paritetici territoriali).

Le Casse Edili sono istituti di origine contrattuale. Nascono, cioè, da accordi sindacali stipulati fra le associazioni imprenditoriali e le organizzazioni sindacali con il fine di garantire ai lavoratori del settore, che per la specificità del rapporto sono soggetti a frequenti spostamenti (il lavoro e le aziende si spostano infatti laddove sorgono i cantieri), i diritti stabiliti nel CCNL (ferie, tredicesima mensilità, anzianità professionale edile (APE), assegni e borse di studio per i figli, indumenti da lavoro, soggiorni estivi, assegni per i figli portatori di handicap, compartecipazione a spese mediche). A livello nazionale sono organizzate dalla Commissione Nazionale delle Casse Edili (CNCE) a cui sono demandati i compiti di indirizzo, controllo e coordinamento delle stesse. Le principali attività svolte dalla CNCE sono la tenuta della banca dati dei lavoratori e della banca dati delle imprese irregolari (BNI), nonché, la consulenza su interpretazioni legislative di natura fiscale e contributiva.

Anche il sistema formativo edile si avvale di un organismo centrale denominato FORMEDIL, il  cui scopo è indirizzare, coordinare e promuovere, nonché verificare, l’operato delle scuole edili territoriali, in materia di formazione, qualificazione e riqualificazione professionale dei lavoratori del settore e di formazione in ambito di sicurezza.
Le scuole edili rispondono all’esigenza di dotare il settore di strumenti adeguati ad indirizzare l’offerta formativa e a promuovere l’occupabilità e le competenze professionali dei lavoratori.
Ad indirizzare, controllare e coordinare i Comitati Paritetici Territoriali (CPT) , che, così come previsti dal CCNL, hanno lo scopo di prevenire gli infortuni e ridurre i rischi all’interno dei cantieri, promuovendo la cultura della salute e della sicurezza, c’è, invece, la Commissione Nazionale Paritetica che ha anche il compito di promuovere e coordinare le attività dei CPT, condividendo le normative tecniche, nonché la legislazione in materia. Questi enti si occupano di erogare la formazione ai rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (RLS) e di fornire alle imprese consulenza e assistenza in merito alla sicurezza nei luoghi di lavoro, primi fra tutti i cantieri, anche attraverso sopralluoghi e verifiche.  Una grande conquista del sindacato a tutela dei lavoratori, e soprattutto dei nuovi addetti, è stata la previsione nel CCNL delle cosiddette “16 ore prima” che consistono nell’obbligo di erogare a ciascun neo lavoratore una formazione minima della durata appunto di 16 ore che consenta di sapersi muovere in piena sicurezza all’interno di un cantiere.

Nonostante gli Enti Bilaterali siano nati per spontanea iniziativa delle parti sociali, a seguito dell’esperienza maturata nei decenni, negli ultimi anni si sono avuti diversi interventi da parte del legislatore che hanno affidato loro funzioni sempre più significative. Ciò ha comportato un loro progressivo sviluppo, ad esempio nell’ambito della normativa in materia di emersione del lavoro sommerso, che ha attribuito alla certificazione di regolarità contributiva rilasciata dalle casse edili il carattere di requisito obbligatorio negli appalti pubblici (l. n. 266 del 22.11.2002), seguita più recentemente dalla normativa sul DURC, che rende le casse edili, insieme ad INPS e INAIL, parte integrante del processo di emissione del Documento Unico di Regolarità Contributiva. Col passare degli anni essi hanno, inoltre , finito per adeguarsi all’evoluzione del mondo del lavoro, rappresentando ancora oggi un modello valido sia per attenuare gli effetti più negativi della globalizzazione, che per accelerare processi decisionali in grado di produrre risultati duraturi per imprese e lavoratori. Il futuro della bilateralità è e sarà nella capacità di dare attuazione ad un sistema di regole formalizzate nel CCNL che comprendano tutte le fasi di passaggio nel mercato del lavoro: in entrata, durante la permanenza del rapporto ed anche, e forse soprattutto, in uscita. L’esperienza maturata nell’edilizia consente, infatti, di affermare che gli Enti sono stati in grado di intercettare l’insieme delle domande sociali di tutela provenienti dal mondo del lavoro, fornendo così una protezione aggiuntiva al lavoratore in difficoltà. Da altra parte le varie riforme del mercato del lavoro, susseguitesi nel Paese fino all’attuale Job Acts, hanno avuto bisogno nel quadro di una complessiva riforma degli ammortizzatori sociali ispirata all’impegno per la rioccupabilità, della valorizzazione dei processi di formazione continua e, più in generale, di politiche attive per il lavoro, per cui oggi, più che mai, è necessario affrontare la qualità del rapporto di lavoro in tutti i suoi aspetti, sicurezza, formazione, crescita professionale e  retribuzione, ed i necessari ammortizzatori a sostegno della flessibilità in uscita, reddito, formazione, e ricollocazione. L’attuale situazione economica ci mette di fronte ad un ulteriore aspetto in merito alle competenze attribuite alla bilateralità. Si sente, infatti, sempre più spesso parlare di “welfare contrattuale”,  nel senso che oggi il welfare cerca una possibilità di strutturazione nuova e di modificazione proprio negli enti bilaterali, a fronte della crescente domanda di servizi sociali nel campo della previdenza complementare e della tutela sanitaria integrativa. Ma essere complementari non significa essere sostituitivi, pertanto la bilateralità può sicuramente aiutare e completare un intervento che deve essere innanzitutto a carico dello Stato. Essa deve essere uno strumento, una leva complementare al servizio di lavoro e impresa, atta a favorire lo sviluppo anche di pratiche positive a sostegno dell’occupazione, la sua valorizzazione e la sua qualificazione. Ed è nella contrattazione che devono essere individuati  gli obiettivi, le risorse e le modalità. Va rimarcato un principio fondamentale ed imprescindibile: gli enti sono il mezzo e non il fine della nostra azione sindacale e contrattuale. La nostra priorità resta ovviamente quella di risolvere al meglio i problemi delle lavoratrici e dei lavoratori che rappresentiamo.

Il 1 Luglio 2014, con la firma del CCNL dell’Edilizia con ANCE e Coop., FENEAL, FILCA e FILLEA hanno chiuso l’ultima stagione di rinnovo contrattuale della filiera delle Costruzioni salvaguardando il quadro delle tutele contrattuali acquisite in riferimento al Sistema Bilaterale, alla previdenza complementare, alla conferma dell’anzianità professionale edile (APE) e a quella dell’attuale impianto contrattuale basato sui due livelli di contrattazione, nazionale e territoriale.

L’attacco al sistema contrattuale, strumentalmente considerato obsoleto da una parte del mondo dell’imprenditoria e della politica, ha sollecitato ancora una volta la ricerca di posizioni di convergenza tra le organizzazioni Sindacali con la definizione di un’azione unitaria di rilancio della contrattazione collettiva e del doppio livello negoziale come strumento peculiare dell’azione sindacale, che la caratterizza e le attribuisce valore quale elemento di esigibilità dei diritti e delle tutele dei lavoratori. È bene riaffermare, inoltre, che il Contratto Nazionale definisce regole generali e comuni riferite alla prestazione di lavoro che non si riducono né si possono ridurre al solo salario, ma riguardano una materia molto più complessa ed articolata che, lasciata alla contrattazione di 2° livello, difficilmente sarebbe declinata secondo criteri di equità. Svilire l’importanza della contrattazione nazionale sottraendole, la componente salariale, equivale ad un ulteriore tentativo di svalutare il lavoro.

Un altro fondamentale obiettivo che ci siamo posti è la razionalizzazione del sistema degli enti bilaterali. Il calo sempre crescente dei lavoratori e delle imprese negli ultimi anni ci ha spinto ad una maggiore attenzione ai loro costi di gestione, al fine di preservarli da inevitabili problemi di sostenibilità, primariamente per contenere le ricadute che la diminuita contribuzione avrà sulla qualità, la quantità e la tipologia delle prestazioni erogate. Risultato della riflessione avviata in merito tra le parti è la stata definizione di un percorso, formalizzato in sede contrattuale, improntato alla razionalizzazione, alla trasparenza ed all’efficienza che abbia come obiettivo quello di dar vita ad un modello, utile a lavoratori e imprese, più snello, agile, ed efficiente attraverso strategie di accorpamento e semplificazioni a tutti i livelli, assicurando ad un tempo il radicamento territoriale. Questo era tanto vero prima ed è ancor più vero oggi, in una situazione quale quella che stiamo attraversando, in cui ogni giorno si continuano a perdere posti di lavoro ed in cui la cassa integrazione e la mobilità affliggono pesantemente il settore.

Tra i campi nei quali la bilateralità continua ad avere un ruolo centrale la formazione alla sicurezza e quella professionale  giocano un ruolo determinante per il rilanciare il  settore, riqualificare e valorizzare le sue professionalità, ancor di più alla luce della attuale e complessa  congiuntura economica da cui stenta ad uscire e nel quadro di una trasformazione in atto che lo  ha investito. Ma non possiamo da un lato immaginare di fare un investimento sulla formazione delle nostre risorse umane attraverso gli strumenti della bilateralità, e dall’altro mantenere una composizione della forza lavoro nelle aziende del nostro settore decisamente schiacciata ai livelli più bassi o, fatto ancora più grave, “consentire” l’applicazione di CCNL assolutamente incoerenti e non rappresentativi del settore! Questa è una contraddizione sulla quale dobbiamo intervenire come parti sociali, anche nei confronti dello Stato.

La formazione è  terreno da coltivare sia per il rilancio degli enti che per consentire ai lavoratori espulsi dal ciclo produttivo di potersi reinserire, alla luce della riconfigurazione del mercato dovuta all’innovazione tecnologica che interessa i prodotti e le tecniche di lavorazione, con l’avvento dell’economia digitale, l’integrazione di servizi e costruzioni, la green economy, il partenariato pubblico-privato, l’aumento della domanda di housing sociale e la riqualificazione. Le esigenze sempre nuove di un Mercato del Lavoro in continuo e repentino mutamento, aggravate dalla progressiva perdita di valore del lavoro, rendono sempre più difficile riprendere l’attività lavorativa, specie per chi è avanti negli anni. Risulta, quindi, evidente al fine di favorire il reinserimento, l’importanza di percorsi di formazione che consentano al lavoratore di dotarsi di un bagaglio formativo in linea con le innovazioni e con le urgenze legate alla produzione, prevenendo ad un tempo un’altra catastrofe incombente quale la perdita irreversibile di professionalità. In questo senso le Scuole Edili hanno assunto un ruolo attivo di tutoraggio, promuovendo percorsi formativi consoni alle esigenze poste. Così la norma contrattuale, che regola le assunzioni a tempo determinato oltre la soglia del 25%, favorisce l’inserimento lavorativo attraverso l’utilizzo della Borsa Lavoro Nazionale dell’Edilizia (BLEN.it), tramite l’incontro tra domanda e offerta mediante la stipula di convenzioni con Provincie e Regioni che agevola la collaborazione con i centri per l’impiego. Infine grazie al Sistema Bilaterale sarà possibile creare i presupposti per la corretta applicazione del principio ispiratore del Testo Unico sulla Rappresentanza, in esito alla definizione degli specifici accordi attuativi.

Questa e molte altre implicazioni positive del Sistema Bilaterale fortificano la nostra convinzione che sia nodale rafforzare questo strumento, mettendo a frutto le sue numerose potenzialità ed incrementandone le funzioni.

Vai alla rivista online

copertina mondoperaio maggio sommario_6-2015

« »