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Umbria, operai schiacciati da crollo delle costruzioni

27 marzo 2015 • News Territoriali

DAL CORRIERE DELL’UMBRIA

EDILIZIA, L’allarme dei sindacati: “Il rinnovo del contratto integrativo è un segnale di rilancio”
OPERAI “SCHIACCIATI” DAL CROLLO DELLE COSTRUZIONI
di Isabella Rossi  PERUGIA – Quasi 13mila lavoratori sono iscritti alle Casse edili di Terni e Perugia. Di
questi, secondo le stime di Filca Cisl, Feneal Uil e Fillea Cgil, ben oltre il 50% hanno attraversato o stanno
attraversando situazioni di gravi disagi dovuti a ritardi di pagamenti e precarietà dei posti di lavoro. E se
rispetto al 2009 gli operai sono diminuiti di 10mila unità, a calare drasticamente, oltre ai posti di lavoro, sono
state anche le imprese con più di 50 addetti. Inoltre, negli ultimi 7 anni è stato riferito ieri nel corso di una
conferenza stampa alla sede della Cgil Umbria – a dimezzarsi, al pari delle ore lavorate, è stato il numero
delle imprese complessive “mentre è crollata la massa salari: dai 189 milioni di euro del 2009 agli attuali 110”.
Ma nonostante la crisi del settore ad aumentare ogni anno sarebbero le partite Iva e le piccole imprese che
non aderiscono ad un contratto nazionale né integrativo, a scapito dei diritti dei lavoratori ma anche spesso
della sicurezza sui cantieri. Colpevole della spirale negativa non è solo la crisi, hanno commentato i
rappresentanti regionali dei sindacati dell’edilizia di Cgil, Cisl e Uil rispettivamente Gianni Fiorucci, Stefano
Paloni, Tino Tosti ma il sistema di gare di appalto al minimo ribasso, con il quale troppo spesso sarebbero
stati assegnati anche i lavori pubblici in Umbria. “Durc e congruità non sono più sufficienti. Molte imprese
sono distrutte. Alle istituzioni chiediamo di rafforzare il percorso della legalità”, ha commentato Fiorucci.
Sarebbero inoltre molti i lavoratori senza contratto dell’edilizia, secondo Paloni. Altro problema – ha
sottolineato Tosti – è quello della scomparsa in Umbria delle professionalità del settore e l’aumento di infortuni
tra i lavoratori più anziani “costretti a rimanere in cantiere dalla Fornero”. La proposta dei sindacati, in vista
del rinnovo del contratto, è innanzitutto l’adozione di un contratto collettivo regionale unico, valido per tutti i
lavoratori. L’incremento richiesto a livello salariale è del 6% dei minimi in vigore, ma la preoccupazione
maggiore da parte sindacale va alla tenuta del sistema edilizia. Si ribadisce cioè la necessità della
riunificazione a livello regionale degli enti bilaterali – che sono Cassa edile, Comitato paritetico territoriale e
scuola edile, finanziati da imprese e lavoratori – attualmente divisi per provincia. Al nuovo ente centralizzato
spetterà il compito di compilare una “white list “delle imprese virtuose, anche in base ai dati raccolti e
monitorati sinora. Richiesta è anche la riapertura periodica del “tavolo delle costruzioni”. B yNegli ultimi 7 anni
sono precipitate ore lavorate, imprese totali e massa salari

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