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Sardegna, i cantieri della vergogna

17 aprile 2015 • News Territoriali

La situazione dei cantieri stradali in Sardegna negli articoli dell’Unione Sarda con le interviste a Gianni Olla, Segretario FENEALUIL Cagliari

Problemi anche sulla 125, mentre la 195 è ormai «un altro cantiere della vergogna»
La Sassari-Olbia ferma a causa della gallina prataiola

Oltre la 131, i problemi delle strade sarde continuano. C’è la Sassari-Olbia, ad
esempio, dove ci sono interventi in corso per 181 milioni di euro e per altri 266 milioni i lavori dovrebbero
essere consegnati entro l’anno, ma al momento 2 lotti sono bloccati a causa della gallina prataiola. Sulla 125,
invece, una serie di ricorsi stanno ritardando l’affidamento. Poi, ancora, c’è la clamorosa incompiuta della
195, la strada statale Cagliari-Pula, un’opera da circa 140 milioni di euro, lavori consegnati al consorzio di
imprese Grandi lavori Fincosit-Eds a dicembre del 2011 e, a oggi, eseguiti appena per l’8,99%. «La data di
ultimazione prevista è agosto 2017», spiega Gianni Olla, segretario generale Feneal Uil, «ma è più che
evidente che non sarà assolutamente rispettata, anzi, abbiamo soltanto segnali negativi, e non vorremmo che
questo diventasse il prossimo “cantiere della vergogna”. La Regione faccia subito qualcosa». Lo «scandalo»
è stato evidenziato anche dal deputato di Unidos Mauro Pili, che ha chiesto il commissariamento dell’opera, e
ieri è tornato sul tema per sottolineare – come riporta l’agenzia giornalistica Dire – che le dimissioni di Pietro
Ciucci «erano assolutamente indispensabili, per quanto tardive e nemmeno decisive». Per quanto riguarda
poi la proposta di creare un ente delle strade sardo, rilanciata dai Rossomori (e appoggiata da Sardegna
Vera) il parlamentare sostiene che «il tema delle infrastrutture stradali è molto serio, e non va affrontato con
slogan e proposte prive di fondamento». La questione vera è invece «il riequilibro infrastrutturale, perché oggi
la Sardegna ha un ritardo infrastrutturale superiore al 55% rispetto a quello nazionale ed è evidente che lo
Stato deve pagare questo gap. Sul tema gestionale non è il caso quindi di fare una nuova Anas: i due grandi
gap, quello infrastrutturale e quello insulare, devono essere risolti obbligatoriamente dallo Stato»

Unione Sarda 150415 – Allarme ribassi. Olla:”I lavori non sono fatti a regola d’arte”

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