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Rapporto UIL sul lavoro sommerso

1 febbraio 2010 • News

"Il lavoro sommerso è una piaga che dilania, da sempre, il nostro Paese. Pur essendo un fenomeno "invisibile" i suoi effetti sono "reali" e devastanti. E’ causa di assenza di tutele per i lavoratori, di concorrenza sleale tra le imprese e di minori entrate per l’erario."

E’ quanto dichiara la Uil in una nota che presenta e sintetizza il Rapporto realizzato dal Servizio Politiche del Lavoro che ha analizzato il tasso di irregolarità  lavorativa nel 2009 delle 104 Province italiane.

L’economia sommersa ha prodotto nel 2009 un fatturato di oltre 154 miliardi di euro, sottratti ad ogni tipo di tassazione, con un’incidenza sul Prodotto Interno Lordo (PIL) del 10,3% (era il 10,9% nel 2008).

L’elaborazione, spiega Guglielmo Loy, Segretario Confederale della UIL, è stata realizzata partendo da un’analisi del tasso di irregolarità nell’anno 2008 stimato attraverso alcuni indicatori economici, fiscali ed occupazionali, e proiettando i dati al 2009, secondo le stime degli indicatori presi in considerazione. E’ noto, come il lavoro sommerso sia un fenomeno complesso di cui è difficile misurarne l’effettiva portata e, pertanto, per valutarne l’entità non si può che ricorrere a delle stime.

Partendo da queste considerazioni la UIL ha voluto cimentarsi, comunque, in tale operazione, con un approccio però più articolato, aggregando una serie di dati socio economici, quali il PIL (locale e nazionale), il reddito (nazionale e locale), i consumi e l’occupazione ufficiale. Lo scopo è quello di avere una fotografia più esaustiva ed attendibile del sommerso.

Ecco alcune stime: 13 lavoratori su 100 sono irregolari (oltre 1,6 milioni di lavoratori), producendo un’economia sommersa pari a di euro corrispondente all’8,6% dell’intero PIL prodotto in quest’area.

Al Centro lavoratori su 100 sono irregolari (oltre 714 mila), che producono oltre 30,2 miliardi di euro equivalenti al 9,6% del PIL. Di 4 punti percentuali sopra la media nazionale, si attesta il Mezzogiorno dove 21 lavoratori su 100 lavorano nel sommerso, con un fatturato di oltre 52,3 miliardi di euro pari al 10,3% del PIL del Sud.

Queste elaborazioni della UIL – conclude Guglielmo Loy – confermano e certificano come il lavoro sommerso ed irregolare sia fortemente "insediato" nel Sud, ma trova terreno fertile anche nelle zone più ricche del Paese, senza mai dimenticare che il lavoro nero è un dramma che riguarda tutto il Paese ed investe, soprattutto, i più deboli ed indifesi, risultando sempre più collegato al fenomeno dell’immigrazione, e confermando che la stessa immigrazione irregolare è l’effetto e non la causa dell’economia sommersa.

Occorrono controlli ispettivi di maggiore intensità sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo ma ciò non sarà risolutivo senza la partecipazione di tutte le Istituzioni: nazionali e locali.

Per ulteriori informazioni e per richiedere la versione completa del rapporto consultare il sito www.uil.it.

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