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Raddoppio ferroviario: Fiumetorto-Ogliastrillo

10 novembre 2014 • News Territoriali

DAL GIORNALE DI SICILIA – AGRIGENTO

Raddoppio ferroviario «Cefalù 20», tavolo col prefetto e protesta sospesa
Sospesa la protesta dei 38 operai della «Cefalù 20». I lavoratori sono tornati ieri al lavoro ed è stato sospeso il sit-in davanti ai cancelli della sede legale dell’azienda in contrada Molara, a Termini Imerese. «La mobilitazione è al momento sospesa – dicono i sindacalisti della Feneal Uil, della Filca Cisl e della Fillea Cgil -. Attendiamo ora l’esito dell’incontro con il prefetto che ci ha convocati per il prossimo 12 novembre».

notizia precedente del 7 novembre

Raddoppio ferroviario, riesplode la protesta. Presidio nella sede termitana del consorzio: le maestranze reclamano accordi di salvaguardia dell’occupazione con le aziende alle quali ha affidato lotti. 

In sciopero i 38 operai dell’appaltatrice «Cefalù 20»: sollecitano il reimpiego dei 147 colleghi ormai da due anni senza lavoro
I sindacati: mobilità in scadenza a fine dicembre. Chiesto un incontro col prefetto

L’iniziativa di lotta decisa dopo un’assemblea nel cantiere di Lascari. Solidali con i lavoratori il sindaco di Termini, Salvatore Burrafato, e il presidente del Consiglio di Campofelice, Emanuele Sceusi. Scioperano i 38 operai del consorzio «Cefalù 20», in solidarietà con i 147 colleghi licenziati da due anni e per cui il 31 dicembre scadrà la mobilità. Ad oggi per loro, infatti, non ci sono prospettive di tornare al lavoro. Ieri un’assemblea di tutti i lavoratori, nei pressi del cantiere dove si svolgono i lavori per il
raddoppio ferroviario Fiumetorto-Ogliastrillo, vicino allo scavo della galleria Monte Poggio Santa Maria nei pressi dello svincolo di Lascari, a seguito della quale è stato proclamato uno sciopero con presidio di protesta ad oltranza davanti ai cancelli di «Cefalù 20». I segretari della Feneal Uil, Raffaele Montaperto, della Filca Cisl, Gandolfo Madonia e della Fillea Cgil, Giuseppe Guarcello, hanno spiegato i motivi della protesta: «La Cefalù 20 scarl, aggiudicatrice del tratto di raddoppio ferroviario, dopo un periodo di cassa integrazione straordinaria per crisi finanziaria, con un indebitamento per svariati milioni di euro, con appena il 50 per cento dell’opera realizzata a ottobre 2012, licenzia 147 tra impiegati e operai con l’impegno che non appena darà in affidamento i cinque “macrolotti” alle aziende affidatarie che si dovevano sostituire alla Cefalù 20 nel completamento dell’opera, avrebbe sottoscritto con le aziende subentranti l’impegno a fare riassumere dalle stesse circa il 50-60 per cento dei lavoratori collocati in mobilità. I lavoratori, consapevoli delle difficoltà aziendali, responsabilmente avevano accettato questo periodo transitorio in attesa che prima possibile buona parte di loro sarebbe rientrata al lavoro, ma a distanza di due anni i patti non sono stati rispettati. Nonostante le organizzazioni sindacali Filca Cisl, Feneal Uil e Fillea Cgil, abbiano unitamente a tutti lavoratori espresso alla Cefalù 20 il malcontento per la grave crisi che attraversa il territorio, l’accordo viene ancora disatteso – aggiungono i sindacalisti-. Il malcontento è riesploso quando, a seguito di un nuovo incontro con la Cefalù 20, è emersa la volontà di riassumere soltanto 17 operai su 147. I lavoratori sono esasperati – concludono i tre segretari -, chiediamo un incontro urgente al prefetto affinché intervenga per far rispettare i patti, i lavoratori vogliono partecipare alla realizzazione di quest’opera che doveva essere completata entro il 2012». Davanti ai cancelli della sede amministrativa di Cefalù 20, in contrada Molara a Termini Imerese, per garantire l’ordine pubblico, i carabinieri, la polizia e i vigili. Hanno portato la propria solidarietà ai lavoratori il sindaco termitano Salvatore Burrafato, che appoggia e rilancia la richiesta di incontro con il prefetto, e il presidente del consiglio comunale di Campofelice di Roccella, Emanuele Sceusi, il quale afferma: «Le amministrazioni comunali sono vicine ai lavoratori che non posso piangere scelte così scellerate. Dopo la mobilità questi operai non potranno più usufruire degli ammortizzatori sociali e ciò è un dramma per loro e per le loro famiglie». Operai e sindacati fanno sapere che la protesta continuerà fino a quando, dicono, non saranno rispettati i patti e salvaguardati i livelli occupazionali. I lavoratori del consorzio «Cefalù 20» davanti alla sede amministrativa di Termini Imerese. Dal Giornale di Sicilia Agrigento –  Articolo di Laura Cianciolo.

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