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Legno, impasse sul nodo salario

22 settembre 2016 • legno, News

CONTRATTI Lavoro
Legno , impasse sul nodo salario
Cristina Casadei

Nell’incontro di ieri per il rinnovo del contratto collettivo
nazionale del legno arredo, Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil si aspettavano da FederlegnoArredo una
proposta complessiva sulla parte economica per poter poi trovare dei punti di convergenza sulle questioni
normative e organizzative. Niente da fare e, in assenza di una proposta economica, i sindacati, dopo aver
constatato che sull’impianto complessivo del contratto permangono comunque delle distanze, hanno
preferito rimandare ogni decisione al prossimo incontro che è stato fissato per il 3 ottobre. Il segretario
nazionale della Fillea Cgil, Marinella Meschieri auspica che «la riflessione produca buoni risultati e che il 3
ottobre si sciolgano i nodi rimasti e si arrivi a una stretta finale, altrimenti si rischia la rottura della trattativa.
Il contrattoè scaduto in marzoe la piattaforma sindacale era stata spedita, secondoi tempi previsti, in
settembre dello scorso anno». Ieri sono stati passati in rassegna
i temi più importanti. C’è la formazione e
in questo caso la proposta all’esame dei sindacatiè l’obbligo per i lavoratori del settore che operano nei
cantieri di svolgere 16 ore di formazione la prima volta, da ridurre poi a 8 ore ogni anno. Sulla previdenza
integrativa ci sarebbe la disponibilità delle aziende a un innalzamento della quota a loro carico pari allo
0,10% per il 2017 e allo 0,10% per il 2018 «a patto però che venga alzata anche la quotaa carico dei
lavoratori. Su questo non siamo d’accordo, e aggiungiamo anche che non abbiamo registrato disponibilità
ad innalzare il contribuito per la sanità integrativa», osserva Meschieri. Forti distanze di impostazione sono
ancora presenti sulla flessibilità: «Non abbiamo pregiudiziali sull’innalzamento delle ore di flessibilità da 80
a 140, ma non si può pensare che l’esigibilità venga stabilita a livello nazionale. Serve l’accordo con le Rsu,
così come sul lavoro al sabato perché altrimenti verrebbe ridotto il peso del secondo livello di
contrattazione», dice Fabrizio Pascucci, segretario nazionale della Feneal Uil. Allo stesso modo sui contratti
a termine e di somministrazione «le imprese vogliono un innalzamento della percentuale: anche in questo
caso non c’è accordo col sindacato», prosegue Pascucci. Le posizioni sono molto definite sia su un fronte
che sull’altro e a sbloccare il negoziato sulle questioni normative e organizzative potrebbe, a questo punto,
essere la proposta sulla parte economica. Con una precisazione da parte sindacale: «Negli ultimi mesi
sono stati firmati molti contratti nazionali riflette
Salvatore Federico, segretario nazionale della Filca Cisl .
I lapidei hanno avuto 103 euro di aumento e il cemento 90. Il benchmark non può che essere quello dei
contratti già chiusi, il settore non è in una condizione di sofferenza, diversamente da altri. Il 3 ottobre ci
aspettiamo che le imprese si presentino con i testi che accolgono le nostre istanze e una proposta
economica concreta».

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