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Fisco, meno tasse sul lavoro e prelievo spostato sui consumi

13 gennaio 2010 • News

Una riforma organica del fisco che realizzi il sogno di portare le aliquote Irpef dalle attuali cinque a due (23% e 33%): questa la proposta rilanciata dal premier Silvio Berlusconi che negli scorsi anni è stata più volte all’ordine del giorno dei suoi governi. Un progetto di ampio respiro da mettere a punto con il ministro Giulio Tremonti nei tempi medio – lunghi della legislatura e attraverso la più ampia condivisione possibile, anche con le parti sociali.

Luigi Angeletti, segretario generale della Uil, si dice soddisfatto in un’intervista alla Nazione e afferma in una nota: “Considero la riforma fiscale la cosa più importante, non si può attraversare il 2010 senza farla. Penso ci siano buone possibilità, sono realisticamente fiducioso che ce la faremo”. Misure in favore dei lavoratori dipendenti e pensionati chiede Angeletti. “Bisogna andare – dice – verso un sistema fiscale semplificato che si basi su un asse portante che è il lavoro. Non bisogna dimenticare – spiega nell’intervista – che le tasse sul lavoro in Italia sono obiettivamente eccessive rispetto ad altri Paese europei e che anche il sostegno a chi ha figli è al di sotto della media dell’Unione Europea. Occorre quindi un riequilibrio . Tremonti vuole arrivare ad una sorta di avviso comune tra governo, imprese e sindacati che abbia questa logica. Ma esiste un problema di tempi. Noi – conclude Angeletti – pensiamo che la riforma possa essere avviata già da quest’anno.”

La riforma tributaria alla quale lavora il governo farà leva sui principi del Libro Bianco del 1994, migliore distribuzione del carico fiscale e riduzione se non della pressione almeno dell’opposizione fiscale. L’Italia non può prescindere dai vincoli europei, è il leit motiv che guida il Tesoro, così come non può far altro che seguire una rigorosa disciplina di bilancio se vuole evitare il caos nei conti pubblici. Sul problema delle risorse il leader della Uil spiega che esse possono essere trovate agendo su tre elementi: ridurre a livelli fisiologici l’evasione fiscale, ridurre la spesa pubblica improduttiva, spostare una parte del carico fiscale sui capital gains e su alcuni consumi.  Si tratta, quindi, di una riforma complessiva, un’operazione di riequilibrio e di ammodernamento del prelievo concepito come progetto a lungo termine ma Angeletti è fiducioso. L’importante – conclude – è che l’economia ci dia una mano, dopo gli sconvolgimenti della finanza e dei sistemi produttivi internazionali, e che il debito e i tassi di interesse non crescano più di tanto.

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