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Evitare il ricorso alle ore anomale

2 maggio 2016 • News Territoriali

‘Valutare e verificare le denunce delle ore inviate dalle imprese in cassa edile per evitare il ricorso alle ore
anomale. A promuovere l’iniziativa, tramite l’osservatorio provinciale della cassa edile, è la FenealUil di
Viterbo assieme alle altre federazioni”.

A dichiararlo è Francesco Palese, segretario generale della
FenealUil di Viterbo e del Lazio.
”Le ore anomale – spiega Palese – sono quelle che inserite in denuncia ore vengono giustificate come
assenze del lavoratore per permessi individuali retribuiti e non – ferie ed altro. In realtà è un metodo per
dimezzare o eludere il pagamento al lavoratore delle ore accantonate presso la cassa edile. Anche il Durc,
documento unico di regolarità contributiva, nato per contrastare le irregolarità di molte aziende, per fortuna
non tutte, inducendole al rispetto delle scadenze contributive e previdenziali, dal 1 luglio 2015 è diventato
on line. Le novità che sono state introdotte per questa procedura hanno comportato nel 2016 molti
cambiamenti tra i quali, in particolare per la provincia di Viterbo, quella di recuperare alcune imprese
insolventi, ma anche imprese che pur avendo un codice contributivo edile, non si erano mai premunite di
iscriversi presso la cassa edile”.
”Per quanto riguarda invece i segnali positivi dell’economia italiana che in questi giorni si sentono a gran
voce – prosegue Francesco Palese – vedono purtroppo il settore delle costruzioni ancora registrare cali dei
livelli produttivi e occupazionali. Secondo i dati di Bankitalia, il numero degli occupati rispetto agli anni
precedenti è rimasto invariato, mentre la disoccupazione e’ aumentata, fino ad arrivare al 13,2%. Anche
nell’industria si continuano a perdere posti di lavoro. In controtendenza le costruzioni nel Lazio stanno
assistendo quest’anno ad una crescita del 6% degli occupati, così come ad una contrazione del 16,3%
della cassa integrazione. Forse – sottolinea il Segretario della Feneal Uil – leggendo attentamente questo
dato di crescita, si capisce che e’ il risultato della nuova riforma sugli ammortizzatori sociali come appunto
la cassa integrazione. Infatti le imprese hanno ritenuto dover far rientrare i lavoratori in produzione anziché
tenerli in cassa integrazione, i cui costi sono maggiori rispetto al passato. Per cui non conviene più
accedere a periodi di cassa integrazione se non estremamente necessari.
Anche per la realtà viterbese la curva di decrescita rallenta. Aumentano di poco (2-3%), il numero dei
lavoratori attivi e si contraggono le imprese attive e le ore lavorate. Tale dato dei lavoratori attivi si nota
dalla consistenza media aziendale che da 3,56 addetti nel 2015 passa a 4,15 nei primi mesi del 2016.
Prova, questa, di un processo di strutturazione delle aziende che vede in difficoltà quel tessuto di piccole
imprese composte da 1/2 dipendenti. Le ore medie lavorate, ferme a 840 ore annue, indicano infine una
frammentarietà persistente dei rapporti di lavoro. E questo – conclude Francesco Palese – probabilmente
perché esistono ancora forme di elusione”.

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