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Edicola

28 novembre 2016 • Edilizia, News

Edilizia e territorio – Il Sole 24 ore
Edili/2. La piattaforma sindacale: lotta all’illegalità e unificazione dei contratti
Giuseppe Latour
Divieto di usare i voucher, Durc per congruità più severo, stretta su contratti a termine (tetto massimo da abbassare dal 40 al 25%)

Divieto di usare i voucher nelle costruzioni. È questa la novità più importante verso la quale si muoverà il prossimo contratto nazionale degli edili, stando alla piattaforma che i sindacati di categoria (Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil) hanno presentato a giugno scorso.

Dal documento emergono con chiarezza alcune tendenze. Da un lato, infatti, viene perseguito l’obiettivo del contrasto all’irregolarità. Oltre che dallo stop ai voucher, si passa dalla regolamentazione del Durc per congruità (previsto dal Codice appalti), da una nuova disciplina per gli autonomi e i contratti a termine, dall’aggiornamento delle norme sull’apprendistato. Accanto a questo, si apre il percorso del contratto di cantiere: bisognerà unificare i cinque contratti attualmente esistenti nel settore e, poi, sollecitare un intervento del ministero del Lavoro per porre la questione degli altri Ccnl utilizzati in edilizia.
Senza dimenticare il tema degli aumenti salariali. Si parte da una richiesta di incremento di 106 euro al parametro più basso.

La proposta delle tre sigle affronta, anzitutto, la questione della contrattazione. E si muove su due livelli. Il primo obiettivo è quello di sottoscrivere un unico contratto del comparto edile, mettendo quindi sullo stesso piano tutte le controparti datoriali, dalle imprese alle cooperative, passando per gli artigiani e le Pmi. Da cinque contratti nazionali si passerà a un solo accordo.

Si tratta di un primo passaggio che guarda, in prospettiva, a un obiettivo più ambizioso: la sottoscrizione di un contratto unico di cantiere, che porti a evitare l’utilizzo di Ccnl diversi e più convenienti, come quello dei metalmeccanici o dell’agricoltura. Per fare questo, a margine del contratto, bisognerà lavorare a un avviso comune, da recapitare al ministro Poletti, che definisca come muoversi verso questa nuova forma contrattuale.

Dal lato del mercato del lavoro, l’emergenza ha un nome: voucher. I buoni lavoro, nati per aumentare la regolarità in alcuni settori come quello dei lavori domestici, hanno assunto una funzione distorta nelle costruzioni, dove sono sempre più utilizzati. Per questo, il loro utilizzo andrà vietato in maniera assoluta.
Allo stesso modo, bisognerà rimettere mano al tetto massimo dei contratti a termine (dal 40 al 25% del totale) e aggiornare le regole sull’apprendistato, per favorire l’ingresso di giovani nel settore.

Più tecniche, ma altrettanto strategiche, altre due questioni legate al mercato del lavoro: la revisione della classificazione dei lavoratori, per rimodulare gli inquadramenti e le mansioni, e una nuova disciplina per i lavoratori autonomi, da regolamentare e includere nelle casse edili, per far emergere le situazioni di irregolarità e i fenomeni di sfruttamento.

Un obiettivo simile viene affidato al Durc per congruità. Sul punto l’articolo 105 comma 16 del Codice appalti prevede che, per contrastare il fenomeno del lavoro sommerso, il documento unico di regolarità contributiva nei subappalti sia comprensivo della verifica della congruità dell’incidenza della manodopera relativa allo specifico contratto. Questa congruità deve essere verificata dalla Cassa edile in base all’accordo assunto tra le parti sociali che firmano il contratto collettivo: quindi, il prossimo Ccnl dovrà prevedere un capitolo specifico dedicato proprio a questo elemento.
Infine, la parte salariale: la richiesta di aumento è pari a 106 euro al parametro 100. Si tratta di un’ipotesi piuttosto onerosa per le imprese, dal momento che l’ultimo accordo, sottoscritto a luglio del 2014, aveva previsto allo stesso parametro un incremento salariale pari a 40 euro. A questi soldi andranno sommati (come era stato nel 2014) altri 8 euro di aumento della contribuzione a carico dell’impresa per la previdenza complementare: è esattamente lo stesso importo che era stato previsto nell’ambito dell’accordo di due anni fa. Rispetto al Ccnl del 2014, insomma, la questione economica avrà un peso maggiore. Anche perché ci saranno da recuperare gli scarsi risultati ottenuti con la contrattazione di secondo livello.

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