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Durc credit solution

7 maggio 2012 • News

Edilizia e Territorio – 2012-04-30 – Pag. 1 e 5

di Giuseppe Latour

IMPRESE Durc, linea di credito per rimanere nel mercato

Un aiuto alle imprese che, a causa dei ritardi nei pagamenti, hanno problemi nell’ottenere il rilascio del documento di regolarità contributiva.

Le principali associazioni di impresa e dei sindacati di categoria, con l’appoggio della Commissione nazionale Casse edili (Cnce) hanno lanciato il progetto «Durc credit solution». Si tratta di una linea di credito dedicata alle imprese, anche d’importo minimo, che potrebbe però tenere molte aziende operative sul mercato. Per attivarlo, servirà il via libera del Governo, che dovrà mettere a disposizione del nuovo strumento il sostegno del Fondo centrale di garanzia. Il prestito, a medio-lungo termine (tra i 60 e i 120 mesi) è studiato appositamente per non gravare troppo sui bilanci aziendali. La garanzia pubblica dovrà intervenire interamente o anche soltanto per parte dell’importo: si pensa a una quota fino all’80 per cento. A integrazione del sostegno pubblico, potrebbero essere coinvolte altre strutture, come i Confidi. La richiesta media prevista per ciascun finanziamento non dovrebbe essere particolarmente elevata: l’attesa è di circa 30mila euro. Il problema del Durc è molto sentito. Il circolo vizioso si innesta immediatamente, al minimo ritardo. Bastano, infatti, cifre irrisorie per bloccare l’emissione del Documento unico di regolarità contributiva. «Con la Cassa edile – spiega Massimo Trinci, segretario nazionale della Feneal Uil – sono sufficienti cento euro di inadempimento da parte di un’impresa per essere considerato irregolare». Meccanismi simili sono in vigore presso Inps e Inail.

Sulla questione interviene il segretario nazionale Massimo Trinci, di cui riportiamo l’articolo pubblicato su edilizia e territorio del 30 aprile:

Trinci (Feneal Uil): Con una piccola esposizione Inps, Inail e Cassa edile si resta fuori dal mercato

Solo 100 euro e scatta l’esclusione. Un inadempimento, anche minimo, e sei tagliato fuori dal mercato. Senza possibilità di appello. Il corto circuito dei ritardati pagamenti dalle pubbliche amministrazioni alle imprese è tanto più grave perché comporta conseguenze a cascata sulla vita delle aziende. Chi non riceve denaro dalla Pa, infatti, deve comunque versare regolarmente tutti i contributi dei suoi dipendenti. Altrimenti, rischia di non ottenere il rilascio del Durc e, quindi, di non poter partecipare a gare successive. Perdendo, così, terreno rispetto ai suoi concorrenti.

Il problema, molto sentito dalle imprese in questa fase, viene descritto da Massimo Trinci, segretario nazionale della Feneal Uil. «In questo momento con un’esposizione all’Inps, all’Inail e alla Cassa edile anche minima l’azienda non ha, di fatto, più diritto di lavorare. Anche se si tratta di un’impresa che ha possibilità, macchinari, dipendenti, che insomma è ancora strutturata e che ha capacità di stare sul mercato. Anche per loro i debiti contributivi generano conseguenze pesantissime».

Sebbene i ritardi dei privati siano anch’essi frequenti, i problemi di inadempimento rispetto ai propri obblighi contributivi si creano soprattutto alle imprese che lavorano con le Pa e che, in questo momento, devono attendere mediamente dieci mesi per ottenere la chiusura delle fatture. A tutte loro lo Stato paga in grande ritardo i suoi debiti ma pretende di vedersi liquidare immediatamente i suoi crediti. Se, cioè, non vengono effettuati mensilmente i versamenti contributivi presso Inps, Inail e Casse edili, scatta la sanzione: mancato rilascio del Durc e conseguente impossibilità di partecipare alle gare.

Il circolo vizioso, poi, è tanto più grave perché si innesta immediatamente, al minimo ritardo. Bastano, infatti, cifre anche irrisorie per bloccare l’emissione del documento unico di regolarità contributiva. «Con la Cassa edile, ad esempio – spiega Trinci –, sono sufficienti cento euro di inadempimento da parte di un’impresa per essere considerato irregolare». Meccanismi simili sono in vigore presso Inps e Inail.

Anche la possibilità di rateizzare il proprio debito, poi, si rivela una tagliola. Sebbene sia sempre possibile farlo, infatti, spesso chi ha chiesto la dilazione del suo pagamento viene comunque considerato inadempiente ai fini del rilascio del Durc, con tutte le conseguenze descritte finora. Succede nel caso di Inps e Inail. Mentre per le Casse edili l’impresa che ha rateizzato viene sempre considerata regolare.

 

 

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