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Dumping Sociale e Direttiva sul Distacco UE

5 febbraio 2015 • INTERNAZIONALE, News

Dumping sociale  e Direttiva sul distacco dei lavoratori in UE

Il Belgio, caso emblematico 

L’occupazione nel settore delle costruzioni  sta attraversando una profonda crisi, senza precedenti nel passato.

In Belgio fra il 2012 ed il 2014 (in soli 2 anni) il settore ha perso circa 15.000 lavoratori, il 10% del numero totale, e nello stesso periodo 1.700 sono state le imprese (circa 6,4% ) scomparse. Per contro il volume di affari è leggermente aumentato nel 2012 con un +4%. Da qui discende  un’ enorme  contraddizione: tra un aumento del volume di affari ed un drammatico calo del numero dei lavoratori e delle imprese.

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Ma andando nello specifico questo dato può essere meglio compreso e analizzato sotto un’altra luce: vediamo, infatti, che la perdita di ” lavoro nazionale” è stata compensata da un aumento invece esponenziale di personale proveniente da diversi paesi europei, in testa Romania e Bulgaria. Le  registrazioni  del sistema Limosa,  che appunto rileva l’ingresso dei lavoratori stranieri, evidenziano che la manodopera bulgara e romena è aumentata   del 1800% e del 3100% tra il 2007 e il 2012.

 

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Attenzione: lo stesso lavoratore può essere più volte registrato dal sistema  Limosa

 

Se si confronta il rapporto fra  occupazione “nazionale”  e posti di lavoro “stranieri” nel totale dell’occupazione nel settore delle costruzioni, troviamo che la percentuale di lavoratori stranieri è più che raddoppiata in 2 anni. Siamo andati dal 13% del 2009 al 27% nel 2013. Questi dati sono stati filtrati in modo che una dichiarazione Limosa è presa in considerazione una sola volta. Quello che preoccupa non sono le cifre riguardanti l’ afflusso di manodopera straniera ma il trattamento che ad essi viene riservato.

La direttiva europea sul distacco dei lavoratori UE (96/71 CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 1996) è stata trasposta nel diritto belga dalla legge del 5 marzo 2002. Pertanto secondo questa legge il  datore di lavoro straniero che distacca lavoratori in Belgio è tenuto a rispettare tutte le condizioni di lavoro e di salario vigenti in Belgio ed i seguenti regolamenti dovrebbero concretamente essere soddisfatti:

–  tempo di lavoro;

–  ferie e giorni festivi;

– CCT in materia di condizioni di lavoro e salari (mandato RA);

– Regolamento sul benessere;

Inoltre per distaccare i suoi lavoratori in Belgio, la società con sede all’estero, dovrebbe soddisfare le seguenti condizioni:

– La società deve essere attiva nel paese d’origine;

– Il periodo di distacco non può superare i 2 anni;

– I lavoratori distaccati non possono essere inviati in sostituzione di un’altra persona distaccata;

Ma non è così purtroppo nè in Belgio, nè in molti altri paesi europei. La direttiva non viene nella realtà applicata cosicché nella maggior parte dei casi queste condizioni non sono rispettate: infatti molte aziende che distaccano hanno solo “caselle postali” nel paese di origine e non hanno attività (ad esempio, società con sede a Cipro.) Alcuni lavoratori sono distaccati per un periodo a volte di gran lunga superiore alla durata dei due anni mentre molte aziende usano stratagemmi, sostituendo i lavoratori distaccati con nuovi lavoratori distaccati. Tutte queste pratiche sono proibite, ma purtroppo sono realtà quotidiana e tantissime sono le situazioni illegali che si creano e si protraggono distruggendo quello che di buono è stato costruito negli anni in Europa a difesa del lavoro e della dignità umana.  Persone sfruttate costantemente, costretti a dormire in baracche e a lavorare fino allo sfinimento, 6 giorni  su 7 o addirittura 7 su 7, 10 – 11 ore al giorno; obbligati spesso a lavorare come autonomi, senza alcuna conoscenza della lingua, privati di qualsiasi diritto e tutela. Tutto questo accade in Europa, vicino casa nostra in paesi cosiddetti civili, dove credevamo che diritti e doveri del lavoratore fossero una patrimonio da difendere e non un bene da riconquistare.

M.T. e T.C.

 

 

 

 

 

 

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