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Convegno a Firenze su Codice Appalti

5 dicembre 2017 • Edilizia, News

Convegno Codice Appalti a Firenze. Presidio dei lavoratori delle Concessionarie.

Barbagallo: «bene il nuovo codice degli appalti, ma occorre fare ancora alcune cose come per le concessioni autostradali»

Il Segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, a Firenze ha partecipato al Convegno organizzato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sul Codice degli appalti insieme con Raffaele Cantone di Anac, il senatore Stefano Esposito, Vincenzo Sica di Rfi, Adriana Palmigiano di Anas, Edoardo Bianchi di Ance, Giuliano Busetto di Anie, Angelo Artale di Finco, Fabrizio Monsani di Confindustria ed il viceministro Riccardo Nencini. «Abbiamo concorso a modificare il codice degli appalti – ha dichiarato Barbagallo – perché era una vergogna internazionale avere gli appalti al massimo ribasso che finivano, poi, tutti al massimo rialzo, con episodi di corruzione che nel nostro Paese ammontano, complessivamente, a 60 miliardi. Occorre, però, fare ancora alcune cose – ha precisato il leader della Uil – come, ad esempio, un decreto per le concessioni autostradali per modificare le percentuali dei lavori in house e, soprattutto, un protocollo tra Cgil, Cisl, Uil, Anci e Conferenza delle regioni perché occorre garantire l’ambiente, il territorio, l’occupazione, il rispetto dei contratti e la legalità. Quando arriveremo alla conclusione di questo percorso saremo più soddisfatti».

In contemporanea al Convegno e proprio davanti al Palazzo dove si tenevano i lavori, ha avuto luogo il presidio dei lavoratori delle concessionarie autostradali che rischiano il posto di lavoro a seguito della norma del Codice Appalti che riduce la percentuale dei lavori di manutenzione in affidamento diretto e contro cui si continua da giorni a protestare in tutta Italia.

Nel corso del presidio, lavoratori e sindacalisti di FenealUil, Filca Cisl e Fillea Cgil Toscana hanno chiesto di poter intervenire al convegno per illustrare le proprie ragioni ai relatori interessati dalla vertenza. La richiesta è stata accolta, e Giulia Bartoli (Segretaria Regionale di Fillea Cgil) è intervenuta a nome di tutti, lavoratori e sindacati, illustrando i motivi e gli scopi della protesta: “Non difendiamo le aziende e non ci facciamo tirare per la giacchetta, difendiamo i lavoratori delle concessionarie autostradali che rischiano il licenziamento in un settore fortemente provato dalla crisi e che ha già visto perdere tantissimi posti di lavoro”, ha detto replicando alle parole di Cantone. “Questi lavoratori chiedono un intervento forte del Governo che li salvi dal rischio di licenziamento – si legge nel documento presentato al convegno –. Il loro posto di lavoro è oggi seriamente messo a rischio dalla norma del nuovo codice appalti che prevede la messa a gara del 80% degli affidamenti di lavori da parte dei concessionari, una norma che noi non contestiamo nel suo principio (appunto la messa a gara graduale dei lavori) ma che così come oggi è graduata, è destinata a scaricare sui lavoratori tutti i suoi effetti per altro in un mercato, quello edile che ancora non vede una sostanziale ripresa. Alcune centinaia di lettere di licenziamento sono già pronte per essere comunicate agli interessati”. Non manca un riferimento alle “pressioni che Associazioni di rappresentanza datoriale di settore tentano di fare, dopo che hanno criticato fortemente il codice sui limiti al subappalto. Ci chiedono dove erano i sindacati e il governo quando l’edilizia perdeva 600.000 lavoratori: beh, noi eravamo li a difenderli uno a uno mentre qualcun altro lì lasciava a casa proprio per colpa o con la scusa del mercato, altissimi ribassi, dumping contrattuale, concorrenza sleale e crisi del settore. Pensino a rinnovare i contratti e promuovere il lavoro di qualità e le imprese sane che ci sono e non a concorrere sul prezzo, qualità di cui sono portatori anche i lavoratori delle concessionarie autostradali molto qualificati dagli anni d’esperienza che li contraddistingue. Non lasciamo a casa 3mila lavoratori giustificandolo con la presenza della clausola sociale che, per quanto importante, sappiamo non da garanzie a tutti i lavoratori e precarizza i rapporti di lavoro. Non aggraviamo ancora di più la già complicata situazione dei lavoratori del settore.” 

 

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